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Dalla crisi di una filosofia edificata nell’astrazione e costretta nei limiti di un linguaggio logico-razionale, Grassi coglie stimolo per aprire la sua ricerca verso orizzonti tematici più vasti, e rinviene nella metafora lo strumento privilegiato che permette all’uomo di cogliere la profondità dell’esistenza in tutte le sue nucleari articolazioni.
Ernesto Grassi (1902-1991), allievo prima di Martinetti in Italia, poi di Blondel in Francia, e infine di Heidegger in Germania, professore emerito dell’Università di Monaco e presidente del Centro Internazionale di Studi Umanistici di Roma, è una delle figure più significative della cultura filosofica del Novecento. In questa sua ultima fatica, un’intensa vita di studi rigorosi propizia l’esito conclusivo di una ricerca che ha trovato nei più diversi ambiti culturali i suoi punti di riferimento e ha posto un modo singolarissimo di praticare l’attività filosofica. Dalla crisi di una filosofia edificata nell’astrazione e costretta nei limiti di un linguaggio logico-razionale, Grassi coglie stimolo per aprire la sua ricerca verso orizzonti tematici più vasti, e rinviene nella metafora lo strumento privilegiato che permette all’uomo di cogliere la profondità dell’esistenza in tutte le sue nucleari articolazioni. Sono i grandi temi che governano la vita: la passione, l’illusione, l’amore, la morte, il problema del senso… Grandi temi che, grazie ad una affascinante rilettura di autori come Freud e Leopardi, Proust e Novalis e Nerval, s’intrecciano in un vibrante appello con cui Grassi propone un modello personalissimo di sapere, ricercato anche nel “lamento” o nella “cenere”. Fino a sostanziare la conclusione che nella parola dell’uomo, proprio in quanto può restare “inaudita”, si gioca la tragicità e il senso di ogni destino.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788877260178 |
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N° pagine | 170 |